ESTETICA
Medicina Estetica
Il termine e concetto ‘Medicina Estetica’ hanno avuto una diffusione dirompente nel recente linguaggio e immaginario comune, venendo spesso usati in maniera impropria: i confini e le possibilità di questa disciplina medica rimangono spesso fumosi e poco chiari.
La medicina estetica è una branca medica, a carattere non chirurgico, che in ultima istanza si occupa di migliorare la qualità della vita di chi vive un piccolo o grande disagio per un inestetismo non accettato. I questi trattamenti riescono a contrastare e prevenire l’invecchiamento generale del volto e cutaneo in particolare. Quindi la medicina estetica è una specialità diversa dalla chirurgia estetica (dove viene sostanzialmente utilizzato il bisturi) e non è tantomeno un ‘hobby’ di qualche medico o dentista.
Per quanto concerne la medicina estetica del viso, esistono diverse tecniche quali i filler, la tossina botulinica, i fili di sospensione, i peeling chimici, la dermoabrasione mediante laser, la mesoterapia.
Le prime due tecniche sono probabilmente quelle più conosciute e utilizzate nella pratica quotidiana.

I filler (‘ riempitivo’) sono impiegati principalmente per ripristinare i volumi del volto che con il passare del tempo vengono persi (atrofia) o cambiano la loro distribuzione all’interno del viso (ptosi) generalmente cadendo verso il basso. Mediante una siringa e un ago molto sottile, si infiltra in diverse profondità della pelle il filler. Attualmente i filler a base di acido jaluronico (AJ) di sintesi sono quelli di gran lunga più utilizzati. L’AJ è infatti un normale componente del nostro derma, ha una elevatissima biocompatibilità (le reazioni allergiche sono pressoché inesistenti), è praticamente completamente riassorbibile (quindi non si incorre nel rischio di avere indesiderate dislocazioni del filler nel tempo); l’ AJ stimola la produzione dermica di collagene, rimpolpando gradualmente e naturalmente la pelle. Inoltre l’AJ fornisce un’idratazione diretta e indiretta (richiamo di acqua) della cute dal suo interno. La durata e l’efficacia del trattamento dipendono sostanzialmente dalle proprietà del filler stesso (concentrazione e struttura della molecola di AJ), dalla quantità di trattamenti eseguiti in un anno, dall’ età e dallo stile di vite del paziente (esposizione solare, fumo…).
E’ possibile quindi ridefinire e dare volume alla labbra, attenuare o togliere alcune rughe come quelle nasolabiali o a ‘marionetta’ della bocca, ripristinare il volume degli zigomi. E’ inoltre possibile eseguire delle sedute di sola idratazione e biorestrutturazione di tutta la cute (biorevitalizzazione) particolarmente consigliata dopo l’estate e l’inverno. L’aggiunta di un anestetico locale al filler permette di ridurre notevolmente il fastidio della puntura dell’ago.

La tossina botulinica è una molecola che impedisce irreversibilmente il collegamento neurochimico tra muscolo e nervo, creando una blocco non rigido ( flaccido) del muscolo stesso. Ad alte concentrazioni e se introdotto per via sistemica (per esempio ingerendo cibi avariati) può portare al botulismo. Questo ha causato una forte diffidenza verso questo tipo di trattamento. In realtà, le bassissime concentrazioni impiegate in medicina estetica e la corretta tecnica di inoculo, rendono questo tipo di trattamento sostanzialmente sicuro. La tossina botulinica viene principalmente impiegata per togliere le rughe della fronte e periorbitarie (le “zampe di gallina”). Piccolissime quantità di tossina botulinica vengono infiltrate nel muscolo interessato: dopo circa 7-10 giorni esso non può più muoversi e creare quelle rughe dinamiche del terzo superiore del volto. Generalmente dopo 5 mesi si formano nuove terminazioni neuromuscolari e il muscolo riprende la sua normale funzione.
E’ possibile quindi ridefinire e dare volume alla labbra, attenuare o togliere alcune rughe come quelle nasolabiali o a ‘marionetta’ della bocca, ripristinare il volume degli zigomi. E’ inoltre possibile eseguire delle sedute di sola idratazione e biorestrutturazione di tutta la cute (biorevitalizzazione) particolarmente consigliata dopo l’estate e l’inverno. L’aggiunta di un anestetico locale al filler permette di ridurre notevolmente il fastidio della puntura dell’ago.

I fili intradermici
Il trattamento con fili intradermici prevede l’inserimento per via percutanea a livello dermico di fili riassorbibili di materiali biodegradabili (polidioxanone o policaprolattone o acido polilattico) che sono ampiamente utilizzati in medicina come filo di sutura. Lo scopo del trattamento è duplice: biostimolazione dermica (che avviene stimolando la produzione di collagene, migliorando la vascolarizzazione) e un’azione meccanica di sostegno della pelle da parte dei fili stessi, A seconda del materiale, del diametro e della conformazione del filo, i differenti dispositivi hanno diverse capacità di sostegno e diversi tempi di degradazione (da 5 mesi per fili biostimolanti, fino a 12-15 mesi per quelli di sostegno). Queste due diverse proprietà son presenti già dopo un singolo trattamento ma sono ottenute nella loro completezza a seguito di un ciclo di più sedute, a seconda del tipo e stato clinico della pelle del paziente. L’impianto dermico dei fili intradermici avviene tramite l’inserimento cutaneo di aghi ipodermici e solitamente non necessita di anestesia. Ogni medico utilizza diverse tecniche per rispondere alle specifiche esigenze del paziente in base alla propria esperienza e ‘senso estetico’. Personalmente ritengo sia fondamentale capire ed interpretare cosa effettivamente si aspetti il paziente dal trattamento e spiegare bene quali aspettative siano ragionevolmente raggiungibili e quali no. Il mio scopo non è di cambiare radicalmente un volto, ma piuttosto di riarmonizzarne le varie parti che lo compongono, collaborando attivamente con il paziente durante il trattamento, in modo da raggiungere (in una o più sedute) la soddisfazione e spesso lo stupore del paziente stesso.